Percorsi archeologici cretesi

L’Isola di Creta è famosa per il mare e le spiagge, ma è anche una delle più interessanti mete archeologiche del Mediterraneo. Sicuramente l’offerta turistica cretese sorprende per ricchezza: è un mix di cultura, arte, mare, monti e gastronomia, che fa di quest’isola un posto assolutamente unico e meritorio di essere visitato almeno una volta.

La parte più conosciuta sono sicuramente le sue spiagge: alcune sabbiose come Vai, suggestivamente immersa in un antico palmeto, del genere Phoenix Theophrastii, il più vasto d’Europa appartenente al monastero di Toplou, o la sperduta Elafonissi, dove dopo un percorso accidentato troviamo addirittura una sabbia rosa quasi caraibica; altre rocciose e con un mare di un azzurro trasparente, magari protette dall’ingombrante presenza di un’antica fortezza veneziana. Sono invece meno noti, ma non per questo meno suggestivi i suoi percorsi archeologici.

Per poter visitare al meglio tutti i siti ci vorrebbero quasi due settimane, ma se si soggiorna a Rethimno o a Hersonissos in un paio di giorni si possono visitare, oltre al famoso e un po’ affollato palazzo di Cnosso, i meno celebri, ma molto interessanti palazzi di Aghia Triada e Festo, che si trovano vicino a Matala.

Per raggiungere l’ombreggiato sito di Aghia Triada si percorre una stretta strada di campagna alle spalle delle spiagge di Matala; dopo essere saliti un poco sulla collina si giunge ad un piccolo parcheggio, da qui a piedi oltrepassato il cancello del centro visitatori troviamo i ruderi antichi di questo palazzo reale estivo. Grossi cedri e un boschetto di aranci riparano dal sole, e la brezza di mare rinfresca anche nelle giornate più torride. Il sito minoico di Aghia Triada risale al XVI secolo a.C. e fu distrutto a metà del XV secolo a.C. Sulle sue rovine fu costruito nel XIV secolo a.C. un grande palazzo miceneo ed un intero abitato a nord est con un’agorà munita di portici. In seguito divenne luogo di culto e in epoca ellenistica vi fu costruito un piccolo tempio dedicato a Zeus. Durante gli scavi, iniziati nel 1902, vennero fatti importanti ritrovamenti tra cui il vaso dei mietitori, il rhyton, dipinto con scene atletiche e la coppa detta del giovane principe, entrambi esposti al Museo archeologico di Iraklion.

 

A soli 3 km da qui si trova Festo: un bel parcheggio ed il centro visitatori accolgono i turisti all’ingresso del sito, che offre anche una veduta mozzafiato della piana agricola di Messarà, attraversata dal fiume Geropotamos,
e del monte Psiloritìs. É la seconda residenza per estensione di Creta. Il palazzo si sviluppa attorno ad una vasta corte centrale, e vi si trovano ancora ben conservate le pavimentazioni e alcune giare di terracotta.

Festo era già abitata a partire dal neolitico, ma vide uno notevole sviluppo nel XX secolo a.C. con il fiorente commercio verso l’Egitto e il Medio Oriente, grazie al porto di Matala a soli 9 km. Gli scavi archeologici iniziarono nel 1884, nel 1908 fu scoperto il famoso disco di Festo, risalente al XVII secolo a.C., ancora oggi non si conosce il significato dei simboli che lo ricoprono, ma lo si può ammirare al museo archeologico di Heraklion.

Il palazzo si sviluppa in più epoche, la parte più antica risale alla fine del XVI secolo a.C., lo scavo e il restauro ne hanno ricostruito l’impianto, costituito da un ingresso monumentale, che conduce alla corte rettangolare, chiusa da un colonnato, e da magazzini e sale di servizio.

Il successivo palazzo, distrutto anch’esso da un incendio nella seconda metà del XV secolo a.C., si articolava su terrazze intorno al cortile centrale, sul quale si affacciavano gli appartamenti regali, le sale di rappresentanza ed i quartieri di servizio. Oltre a questi ritrovamenti in età ellenistica l’occupazione del sito è documentata da numerose case private munite di cortile interno. Festo fu poi conquistata dalla rivale Gortyna nel III sec. a.C., anche se sopravvisse fino all’età bizantina.

A poca distanza da qui si trova Matala, nell’antichità importante porto, ora piccolo paese sul mare, dotato di una suggestiva scogliera piena di grotte scavate dai romani nel I sec. d.C. ed utilizzate come sepolcri. In epoche successive vennero utilizzate come dimore, e negli anni ’70 divenne punto di riferimento per la comunità hippy internazionale, ora invece è una tranquilla località di mare con la sua bella spiaggia sabbiosa, e alcuni percorsi trekking per raggiungere calette più intime, ancora oggi luogo di riproduzione delle tartarughe Caretta Caretta.

Lungo la passeggiata sul mare sono presenti numerosi ristorantini e piccole osterie, dai tradizionali colori greci, che rappresentano una buona soluzione per pranzare e gustare i piatti tipici dell’isola.