Giungere in Siria per un appassionato di Storia Romana è sicuramente una grande emozione, perchè permette di vedere e toccare con mano quanto vasto era l’Impero Romano che estese il suo dominio fino in quest’area a partire dal 64 a.C con Gneo Pompeo Magno che depose Antioco XII nel corso della terza guerra mitridatica. Il nostro viaggio in questo Paese inizia da Aleppo, città il cui nome indica l’atto di mungere il latte ed è una delle più antiche città del mondo. Abitata ininterrottamente fin dall’antichità, occupa una posizione strategica a metà strada tra il mare e l’Eufrate. Appena arrivati in città veniamo accolti da una nebbia molto fitta che ci ricorda la nostra città di provenienza, Milano. E’ così fitta che impedisce la vista completa della Cittadella situata su una collina alta una cinquantina di metri, dotata di una pianta ellittica con 300-400 metri di diametro e circondata da un fossato profondo. La collina stessa è in gran parte artificiale, formata dai diversi strati degli edifici che si sono costruiti uno sulle rovine dell’altro. Addentrandoci nella città incontriamo un edificio tipico di queste zone, il caravanserraglio. Questo, in particolare, è il caravanserraglio della dogana, edificato nel XVI secolo fu completato nel 1574, ed è il più grande dei caravanserragli aleppini. Merita una citazione l’Hotel Baron, che è diventato leggendario nel mondo a causa delle disparate vicende che vi si sono svolte. Ha ospitato viaggiatori e turisti europei e americani che qui si recavano per alloggio o semplicemente per godere dell’unico American Bar di tutto il Vicino Oriente. Lawrence d’Arabia, nella stanza 202 vi trascorse molti mesi preparando la sua tesi sui castelli crociati in Terra Santa; Agatha Christie, nella 203 vi scrisse assassinio sull’Orient Express. Pur restando una delle attrazioni della città, l’Hotel subisce una lenta e progressiva decadenza. Non si può lasciare Aleppo senza aver acquistato un po’ del suo leggendario sapone, famoso fin da prima dei romani.
Successivamente ci siamo immersi in uno splendido sito archeologico del periodo romano nella città denominata Palmira. Questa città fu annessa ufficialmente alla provincia romana di Siria verso il 19 d.C.; sotto Tiberio era già una città molto ricca tanto da costruire il santuario di Baal, col tempio dedicato a Baal, a Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna) di cui sono ancora presenti moltissimi reperti ben conservati. La cosa che più colpisce è il decumano massimo delimitato da molte colonne, oltre al ben conservato teatro. Sotto il regno di Traiano, la città fu annessa all’impero, ma, nel 129, Adriano visitò Palmira e la proclamò città libera, dandole il nome di Palmira Hadriana. Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, Settimio Severo oppure il suo successore, il figlio, Caracalla, concesse a Palmira lo statuto di città libera.
Nel nostro continuo peregrinare siamo giunti a Damasco anche noi fulminati sulla strada per questa città quando, all’ingresso, abbiamo iniziato a vedere una quantità smisurata di moderni concessionari di auto che parevano anticipare una città ricca: cosa che non si è rivelata poi così marcata. Arrivando di notte l’ aspetto che resta impressa nella mente è il colpo d’occhio sulla collina tutta illuminata dalle luci delle abitazioni. Purtroppo alla luce del sole, l’aspetto poetico è molto diminuito. Gli scorci più significativi della città sono sicuramente la Moschea degli Omayyadi, situata nel quartiere di Bāb Tūma (Porta di Tommaso): senza dubbio uno degli edifici più importanti e rappresentativi della città. Fu costruita dal califfo omayyade nel 705 d.C. sopra antichi templi e una cattedrale cristiana. Un grande impatto hanno i tre minareti edificati in stili diversi. La moschea ha una grande sala di preghiera e un enorme cortile. Qui sono conservate le reliquie di Giovanni Battista, considerate sacre sia dagli abitanti del posto, in gran parte sunniti, dalla minoranza sciita, sia dai cristiani. Di fronte alla Moschea si snoda un coloratissimo mercato in cui è possibile restare immersi in estenuanti trattative per acquistare ogni cosa.
L’ultima città visitata in Siria è Bosra. Non conviene soggiornare in questa città perchè le strutture alberghiere sono poche ed è più comodo fare una escursione direttamente da Damasco. Bosra è un’antica città nel sud della Siria, per un certo periodo capitale del regno nabateo e capitale della Provincia Arabica sotto i romani. L’edificio di maggior pregio, e per cui la città merita sicuramente una visita, è il teatro romano, che era stato inglobato nella cittadella degli Ayyubidi, all’inizio del XIII secolo. Il teatro, risalente alla prima metà del II secolo, si trovava fuori della cerchia muraria ed era costruito con pietre levigate di basalto nero, poteva accogliere 6.000 spettatori seduti su 37 file, oltre a 2-3.000, in piedi. La scena e il frontescena sono ben conservati. Il teatro è collegato al decumano massimo da una via colonnata che accede al decumano attraverso un arco monumentale. Ripartendo per proseguire il nostro viaggio nella vicina Giordania veniamo salutati da una delle tante gigantografie dell’attuale presidente, Bashar al-Asad, che sono disseminate sul territorio.