Cultura in Cadore Dolomiti

Tante sono le proposte culturali in Cadore: musei, eventi musicali e culturali, palazzi storici, monumenti e tanto altro. La Magnifica Comunità del Cadore è un’antica istituzione rappresentativa della comunità dell’intero del Cadore, nelle Dolomiti Bellunesi, che organizza diversi eventi legati alla cultura. Dispone di due musei visitabili: Marc Museo Archeologico Cadorino e la Casa di Tiziano Vecellio. Oltre a questi due musei, esiste La Rete Museale Cadore Dolomiti nata nel febbraio 2013 con l’intento di valorizzare al meglio il ricco e articolato patrimonio museale locale. Ne fanno parte: Museo Vittorino Cazzetta (Selva di Cadore); Museo Palazzo Corte Metto (Auronzo di Cadore); Museo Al Poiat (Zoppè di Cadore); Museo della Latteria (Lozzo di Cadore); Museo Algudnei (Comelico Superiore); Museo Etnografico Giuseppe Fontana e Casa Museo della Civiltà Contadina (Sappada). 

Oltre a questi musei se ne trovano altri insieme a siti archeologici ed eventi culturali.

MARC Museo Archeologico: A Pieve di Cadore, nello storico palazzo sede della Magnifica Comunità di Cadore si trova il Museo archeologico cadorino che raccoglie le testimonianze del passato della regione cadorina. In esso sono conservati reperti preromani e romani di fondamentale importanza rinvenuti soprattutto nel secondo dopoguerra.

Attraverso tali reperti non soltanto possiamo tracciare un quadro preciso degli insediamenti umani nella zona, ma ci è anche permesso apportare un buon contributo alla conoscenza della civiltà venetica. Il museo conserva una notevole collezione archeologica di reperti provenienti specialmente dal tratto di territorio che va da Valle a Calalzo: la parte preponderante dell’esposizione attuale del Marc è incentrata sui reperti provenienti dagli scavi di Làgole.


Casa Natale di Tiziano Vecellio: A Pieve, la residenza familiare che vide venire alla luce Tiziano Vecellio, sfuggita alle devastazioni e alle rappresaglie dei soldati tedeschi ai tempi delle guerre cambraiche del XV secolo, all’epoca della costruzione rappresentava una dimora tipicadi una famiglia locale distinta. Qui Tiziano Vecellio visse la sua infanzia e visitandola si possono vedere tutte le varie stanze che compongono l’edificio. 

Il 17 dicembre 1922 la casa è stata dichiarata monumento nazionale. Da allora, l’umile dimora è aperta al pubblico: un “luogo del cuore” del quale la Magnifica Comunità di Cadore ha la responsabilità, verso l’umanità, della custodia.


Museo dell’Occhiale: Il Museo dell’Occhiale raccoglie oltre 4.000 reperti che documentano la storia dell’occhiale, dai primordi ai giorni nostri. Oltre agli occhiali di ogni genere, all’interno del Museo sono conservati pince-nez, fassamani, astucci, ventagli con occhiali o lorgnette celati al loro interno, binocoli e tanto altro. 

Il museo è strutturato su due piani: il primo piano ha percorsi finalizzati a ricostruire la storia, la tipologia, l’uso sociale degli occhiali e degli altri strumenti basati sull’impiego delle lenti, nonché l’evoluzione storica degli astucci. Il secondo piano del Museo è dedicato alla rappresentazione della storia dell’occhialeria cadorina e bellunese dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri.


Forte Monte Ricco di Pieve di Cadore: Il Monte Ricco fu probabilmente sede di un castelliere di epoca preromana, poi del castello di Cadore, e con il Regno d’Italia dalla fine dell’800 sede di due fortificazioni moderne, il Forte di Monte Ricco e Batteria Castello. Il Forte costituiva il cuore del campo trinceato di Pieve di Cadore e fu costruito a quota 953 m nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. Esso fu concepito e realizzato per interdire le provenienze nemiche dalla stretta di Tre Ponti verso Pieve e Tai lungo la valle del Piave e per agire in stretta sinergia con la vicina Batteria Castello, distante circa 200 metri, nonché con le varie postazioni per artiglieria sulle alture sovrastanti, su Monte Tranego, Monte Zucco, Col Vidà.

Oggi è possibile visitarlo e all’interno spesso sono allestite mostre o si fanno eventi legati alla cultura.


Museo di Messner sul Monte Rite a Cibiana di Cadore: il museo sorge sul Monte Rite (2181 m), nel cuore delle Dolomiti tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo. Allestito in un forte della Grande Guerra e dedicato all’elemento “roccia”, il museo racconta la storia dell’esplorazione e dell’alpinismo dolomitico. Nella galleria della navata centrale sono esposti dipinti ed opere provenienti dalla collezione di Reinhold Messner che rappresentano le Dolomiti, dal Romanticismo fino all’arte contemporanea.
“Il museo nelle nuvole” conserva anche alcune testimonianze dell’origine della roccia dolomitica: fossili di conchiglie claraia di 250 milioni di anni fa, fossili di felci di palma 240 milioni di anni fa ed altri straordinari reperti, a ricordo di quelle che furono barriere coralline in un mare tropicale.


Sito archeologico di Mondeval del Passo Giau: l’importanza di Mondeval è legata ad un sito archeologico preistorico. Si tratta di una scoperta eccezionale: è la sepoltura di un cacciatore di epoca mesolitica, perfettamente conservato col suo corredo funerario. Il sito archeologico fu rinvenuto nel 1985, sotto un masso erratico di dolomia, da Vittorino Cazzetta. Gli scavi sono avvenuti sotto la direzione del prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell’Università di Ferrara, interessato a condurre delle indagini approfondite su quel sito; dal 1986 al 2000. Il ritrovamento più rilevante del sito di Mondeval è stato la sepoltura del cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta importantissima, essendo, ad oggi, l’unica sepoltura mesolitica situata ad alta quota. Oggi lo scheletro del cacciatore del mesolitico è conservato nel nuovo museo di Selva di Cadore.


Muraglia di Giau al Passo Giau: quella della Muraglia di Giau è una storia antica, che racconta delle diatribe tra sanvitesi ed ampezzani a causa di pascoli e terreni.

Sembra che i primi a pascolare il bestiame lassù furono i sanvitesi, giunti lì attraverso forcella Ambrizola e forcella Giau, provenienti da malga Prendera e da malga Mondeval. Nel documento del 1331 un notaio stabilì che la conca di Giau apparteneva a San Vito di Cadore, fissando tra l’altro alcuni punti di confine. Le liti tra le due popolazioni continuarono…
Arriviamo al 1752 quando fu stabilito che San Vito poteva continuare a godere dei suoi antichi diritti, purché costruisse a sue spese una marogna, atta a impedire lo sconfinamento del proprio bestiame sui prati ampezzani. Se non avessero adempiuto al disposto significava che il Giau non gli interessava. La Marogna venne costruita.
E’ possibile, oggi, visitare quel che rimane.


Villaggio ENI di Borca di Cadore: fu realizzato tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, grazie alla capacità politica e imprenditoriale, all’ambizione e allo slancio di Enrico Mattei.
Si tratta di un grande complesso (oltre 100.000 metri quadri), dotato di un impianto articolato su diverse strutture, ed edificato in un grande bosco ai piedi del Monte Antelao.

L’idea alla base di questo visionario e innovativo progetto-cantiere, era costituito da una sorta di impianto d’urbanistica sociale, pensato da Mattei stesso, e realizzato poi da Edoardo Gellner. Le strutture principali del sito sono costituite dalla grande Colonia (30.000 metri quadri), dalla Chiesa Nostra Signora del Cadore, dall’albergo, dal Campeggio a tende fisse, da 280 villette monofamiliari, dal residence. Si tratta di un sito eccezionale ed unico in Italia. Dal 2000, il Villaggio è proprietà della società Minoter, con la quale Dolomiti Contemporanee ha iniziato una collaborazione, sulla base di un progetto di valorizzazione culturale e funzionale dell’insediamento: a giugno 2014, è stato avviato progettoborca.


Tutti gli anni in estate si tengono diversi eventi legati alla cultura in Cadore come la festa dei Murales a Cibiana di Cadore, Viaggio nel Passato a Valle di Cadore, visite guidate ai vari musei, al Villaggio Eni, presentazione di libri e tanto altro ancora. Cliccando nel bottone qui sotto si visualizzeranno gli eventi del Cadore che vengono aggiornati giornalmente.