Tra i viaggiatori del Grand Tour era nota come “Nizza della paglia” per distinguerla da quella marittima. Dal 2014, Nizza Monferrato, con le sue colline, fa parte del Patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. Dal 1° luglio 2016, infine, un nuovo motivo d’interesse condurrà i viaggiatori a scoprire Nizza Monferrato e il suo territorio.
La cortesia dell’Associazione dei produttori mi ha infatti permesso di partecipare a questo grande evento svoltosi in una splendida serata estiva che ha trasformato la via Maestra in una grande tavolata superbamente imbandita per festeggiare al meglio la Barbera d’Asti Superiore Docg diventata Nizza Docg. Accanto ai Nizza fatti conoscere direttamente dai loro produttori hanno quindi sfilato quattro piatti realizzati da altrettanti chef stellati della zona: Massimiliano Musso di Ca’ Vittoria di Tignole (coniglio, peperone in agrodolce e bietole in osmosi), Mariuccia Ferrero del San Marco di Canelli (agnolotti al plin), Walter Ferretto del Cascinale Nuovo di Isola d’Asti (sottopaletta di vitella razza piemontese, acqua di pomodoro e sedano rapa) e Sara Chiriotti del ristorante I Caffi di Acqui Terme (mousse di fondente e amaretti con rousmà e pesche caramellate).
Il 1° luglio è infatti una data storica per tutti i 43 produttori di Nizza Docg: un giorno che segna il traguardo di un lungo percorso che li ha visti tutti uniti nel far ottenere alla propria zona di produzione la dignità di una denominazione di origine controllata e garantita a se stante capace di sottolineare le peculiarità di un’area che sono irripetibili altrove.
Da questa data possono infatti entrare in commercio le prime bottiglie di Nizza Docg relative all’annata 2014. Chi si recherà quindi nelle cantine del Monferrato per conoscere il Nizza Docg dovrà innanzitutto sapere che esso è un vino che nasce da regole rigide volute dagli stessi produttori. Il Nizza Docg deve essere infatti prodotto con uve Barbera al 100%. Queste uve devono poi essere raccolte solo ed esclusivamente nei vigneti con esposizione sud o sud-est o sud-ovest del territorio che fa capo a 18 comuni del Monferrato (contro i 169 dove si produce la Barbera d’Asti). La resa in uve non può superare i 70 quintali per ettaro. L’invecchiamento, infine, è previsto per un minimo di 18 mesi, dei quali almeno sei in legno, per la tipologia Nizza e di un minimo di 30 mesi, dei quali almeno 12 in legno, per la tipologia Riserva. L’invecchiamento decorre dal 1° gennaio successivo alla vendemmia.
Il Nizza è un vino di alta qualità ben riconoscibile ed i cui caratteri di freschezza lo rendono ideale per l’abbinamento con diversi piatti. Il Nizza è però un vino da invecchiamento capace di diventare più complesso con il trascorrere degli anni.
Il cammino di valorizzazione dei vigneti intrapreso dai singoli proprietari, cogliendo al meglio le differenze presenti nelle diverse zone, è partito da un’idea di fondo.
I produttori del Nizza, anche quelli più giovani, sapevano infatti bene che la loro Barbera era sempre stata considerata “superiore”. Lo dicevano i padri e prima ancora lo dicevano i nonni. Ma lo dicevano soprattutto i cultori di questo grande vino che sulle colline intorno a Nizza Monferrato si esprime con caratteristiche di assoluta eccellenza.
Partendo da questo presupposto i produttori di Barbera, che nel 2000 erano riusciti a ottenere, all’interno della denominazione di origine Barbera d’Asti superiore, il riconoscimento della sottozona Nizza si erano quindi riuniti in associazione. La denominazione ha poi ottenuto la G della “garantita” del 2008, ma, per i produttori del Nizza, il percorso non era certo finito. L’intento, condiviso da tutti, era quello di arrivare a una Docg tutta loro che riconoscesse quei confini che, nell’immaginario collettivo, esistevano già da tempo delineando appunto un territorio di eccellenza per la Barbera.
L’ambito traguardo è oggi una realtà in grado di richiamare sul territorio di Nizza Monferrato gli appassionati dei grandi vini rossi piemontesi accanto a quelli che, attraverso il Nizza Docg, vorranno scoprire un territorio caratterizzato da un’offerta turistica, non solo enogastronomica, in continua crescita.