La montagna è una meta che affascina molti, sia in estate che in inverno, ma per chi non c’è mai stato può essere una bellissima e sorprendente esperienza. Tutti noi conosciamo anche solo per i racconti degli amici, o per il clamore televisivo dei Vip paparazzati, luoghi come Madonna di Campiglio, Cortina, Andalo, San Candido e Canazei.
Solo qualcuno però conosce i luoghi meno famosi come Condino, Cimego, Rio Caino e Storo, meno noti ai più certo, ma sicuramente carichi di fascino e storia. Abbiamo avuto la fortuna di visitare per qualche giorno questi luoghi e di apprezzarne la cucina e l’accoglienza cordiale delle persone di questa valle attraversata dal Chiese, un luogo dove la natura prevale e dove ancora il tempo scorre lentamente senza la frenesia delle città.
Abbiamo iniziato la nostra visita percorrendo la strada che da Trento attraversa le Marocche di Dro, un enorme ammasso di detriti rocciosi, che si trova nel fondo valle tra Trento e il Garda, dove la vegetazione è rara e cespugliosa, un raro Biotopo tutelato dalla provincia di Trento come Riserva Naturale. All’interno di quest’area si possono fare passeggiate attraverso un percorso circolare con 24 punti panoramici e di spiegazione, percorribile anche dai meno allenati in tre ore di cammino.
Ai margini un stretta stradina costeggia le marocche fino a quasi il lago di Garda, da Riva del Garda si sale poi in direzione Ledro, attraverso una serie di gallerie si raggiunge una bella strada montana, la ss240. Mentre si comincia a salire di quota la vegetazione cambia: si lasciano i meleti di Dro e gli uliveti del Garda e si iniziano a vedere castagni e frassini, fino a che si arriva al lago di Ledro.
Questo è un luogo particolare, qui troviamo infatti delle palafitte, scoperte nel 1929, quando il livello del lago è stato fatto abbassare per permettere la costruzione della centrale idroelettrica di Riva del Garda, che sono tra le più importanti in Europa. Oltre 10.000 pali e numerosi manufatti sono venuti alla luce durante le varie fasi di scavo. Ora esiste un piccolo museo e nel 2006 è stata realizzata la ricostruzione di un villaggio palafitticolo che mostra gli strumenti e gli attrezzi che adoperavano i nostri antenati.
MUSEO DELLE PALAFITTE DI LEDRO
Via Al Lago – Molina di Ledro
tel. 0464 508182
www.palafitteledro.it
ORARIO D’APERTURA:
- da marzo a giugno, da settembre a novembre: 9.00 – 17.00 – chiuso il lunedì
- luglio e agosto: 10.00 – 18.00 – aperto tutti i giorni
BIGLIETTO D’ENTRATA:
- normale: € 3,50
- ridotto e gruppi superiori a 15 persone: € 2,50
- famiglie (genitori + figli): € 7,00
- famiglia (un genitore con figli): € 3,50
- bambini fino 6 anni: gratuito
Proseguendo si sale di quota e si arriva in pochi minuti a Bezzecca: il paesino è minuscolo e chi non è appassionato di vicende storiche proseguirà il tragitto, mentre invece gli appassionati di storia del Risorgimento e della Grande Guerra non possono che fare una sosta come noi, per visitare il percorso di gallerie che circondano la cima della collina dove sorge il memoriale a Garibaldi e ai caduti. Qui si è combattuto molto duramente: la battaglia di Bezzecca è una delle più note della 3° guerra di indipendenza, e sia qui che nella valle del Chiese si trovano numerose testimonianze di quegli scontri.
La strada si fa un po’ tortuosa e sale, lungo la strada si possono fare un paio di soste per vedere com’erano costruite le locali calchere, ne restano alcune testimonianze in ottimo stato prima di arrivare a Storo.
Dopo aver percorso alcuni tornanti si apre davanti a noi la valle ampia che sfocia nel lago d’Idro, Storo è in pianura alla base della valle del Chiese, che inizia proprio qui, e termina dove comincia la ben più nota Val Rendena, che porta fino a Madonna di Campiglio. Tra Storo e Cimego la natura è splendida, ogni stagione ha un colore dominante, il verde intenso dell’estate lascia pian piano il posto al giallo e al rosso autunnale. Prima di scoprire le minuscole e particolari Cimego e Condino, due parole su Storo: il paesino è piccolo ed è in posizione strategica tra il lago e le valli di Ledro e la valle del Chiese.
Qui si produce la polenta di Storo, che si può acquistare presso il consorzio locale o in qualche negozio d alimentari :
La Polenta Carbonera
Ingredienti per 8/10 persone:
- 4 litri d’acqua
- 1,5-2 Kg di farina gialla di Storo
- 0,4 Kg di burro
- 0,5 Kg di formaggio stagionato (Spressa)
- 0,5 Kg di formaggio tenero (Spressa)
- 0,2 Kg di grana trentino
- 1 Kg di salamino fresco
- Vino due bicchieri
- pepe 5 gr e sale 8 gr
Preparazione:
Riscaldare in un paiolo 4 litri di acqua e farla bollire, poi aggiungere sale grosso (quanto basta). Successivamente versare a pioggia la farina, mescolare velocemente per evitare la formazione di grumi nell’impasto, mediante un frullino. Lasciare riposare per 2/3 minuti il composto e poi portare ad ebollizione girando in senso orario con la “trisa” per 30/40 minuti circa. Nel frattempo preparare in un altro paiolo il burro aggiungendo il salame, facendo rosolare il tutto. Versare il vino rosso per valorizzarne il sapore. Tagliare il formaggio a pezzetti e metterlo momentaneamente da parte. A fine cottura porre la polenta in un nuovo paiolo, mescolare e aggiungere inizialmente il burro ed il salame e successivamente il formaggio stagionato, il formaggio tenero, il grana ed un po’ di pepe. Quando il formaggio tenero è quasi sciolto, servire su un tagliere di legno.
Polenta Macafana
Ingredienti:
- Farina Gialla di Storo,
- Burro nostrano,
- cipolla,
- Grana Trentino Formaggio Spressa Locale
- sale pepe
Preparazione
Mettere a bollire in una pentola un litro di acqua salata, quando avrà raggiunto l’ebollizione aggiungere la cicoria lavata e tagliata finemente e dopo un paio di minuti unire la farina e proseguire la cottura per circa 25 minuti. Aggiungere quindi la Spressa tagliata a cubetti e continuare la cottura mescolando bene per altri 10 minuti. Toglierla dal fuoco, scucchiaiare tutto il contenuto in una pirofila, cospargere di Grana grattugiato ed infine versare il burro fuso e la cipolla precedentemente rosolata.
Dopo esserci fatti tentare dalla polenta si prosegue verso Cimego, questo paesino si trova sul lato sinistro salendo la valle, la luce del mattino illumina le case d’epoca, le più antiche hanno il sottotetto aperto con le pergole dove far essiccare il granoturco che si produce nella valle. Proprio di fronte c’è il piccolo e ripido Rio Caino, questo torrentello è un affluente del Chiese e da qualche anno ospita un percorso etnografico.
Sentiero Etnografico Rio Caino
Il sentiero di Rio Caino è uno dei luoghi più suggestivi di tutta la Valle del Chiese. Attraverso il piccolo ponte sospeso sopra il fiume Chiese, in un tratto di qualche chilometro si può visitare un insieme straordinario ed irripetibile di insediamenti artigianali come fucine e fornaci per la calcina, di trincee militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale, di edifici rurali e malghe dove si esercitavano le attività rurali del fabbroferraio, del casaro, del boscaiolo, del carbonaro, nonché un interessante gioiellino botanico: l’orto della strega Brigida. Sul Sentiero sono attualmente funzionanti due fucine: quella di proprietà di Gelsomino Girardini, fabbro ancora in attività, e quella recentemente ristrutturata dal comune di Cimego; entrambe funzionano grazie all’acqua del Rio Caino. Quest’ultima è stata trasformata in una sorta di “museo vivente”. Visitandola si potranno infatti seguire tutti i cicli della lavorazione del ferro. E’ un laboratorio di grande interesse, anche dal punto di vista didattico, già visitato da escursionisti, appassionati del settore e, soprattutto, da scolaresche provenienti da diverse regioni d’Italia.Queste antiche testimonianze etnografiche, si trovano immerse in ampie pinete e faggete dove flora e fauna regnano indisturbate.
Negli anni la valle si è spopolata, a tal punto che le amministrazioni dei piccoli comuni si sono consorziate per cercare di fermare l’esodo della valle. Vari progetti sono stati messi in atto tra cui un rilancio turistico, che ha portato alla realizzazione di questo percorso e di altre iniziative tra cui le giornate in Malga.
Numerosi anche i percorsi trekking sulle orme della prima guerra mondiale, che ha numerose testimonianze in questa valle e in altre zone del trentino. http://www.trentinograndeguerra.it/
Per riposare dopo aver esplorato la valle del Chiese e la valle di Ledro si può optare per varie soluzioni, appartamenti, piccoli bed and breakfast, ma noi abbiamo scelto il comfort dell’Albergo Aurora (http://www.hotelaurora.tn.it), della famiglia Tamburini, che si trova lungo il fiume Chiese e ha un ristorante dove poter gustare le specialità della valle. Il giardino dell’hotel confina con la ciclabile e un bel parco, da qui si raggiungono in pochi minuti di auto l’inizio del percorso di Rio Caino in direzione Storo, e il Forte Larino percorrendo la strada verso la val Rendena. Quest’ultimo, conservato in ottimo stato, sorge su uno sperone che scende dal Doss dei Morti. Il Forte Corno presenta una struttura di grande pregio nell’ambito dell’architettura militare, stupisce pensare alle sue tre cupole corazzate girevoli, armate con obici da 100 mm.
Una bella sorpresa la valle del Chiese, meno nota ai più, ma di sicuro fascino e genuina, come i suoi abitanti.