Memorie di pietra

Esiste uno speciale tipo di turismo, abbastanza di nicchia e legato perlopiù ai gruppi, che da sempre esercita un particolare tipo di attrattiva: la visita ai cimiteri ed ai sacrari militari.

Il nostro paese ne è pieno, a testimonianza del fatto che da secoli le guerre si sono particolarmente accanite sull’Italia. Soltanto a partire dalle battaglie del nostro Risorgimento si è però sentita la necessità di “monumentalizzare” e “sacralizzare” i luoghi degli scontri ed il sacrificio di migliaia di giovani. L’apice di questo percorso si è raggiunto con la vittoria nella prima guerra mondiale, venendo poi a calare, almeno per quanto riguarda gli italiani, con i disastrosi esiti bellici del secondo conflitto.

Ogni regione d’Italia ha comunque il suo ordinato cimitero militare, le sue lapidi, i suoi sacrari o i suoi monumenti funerari che ricordano le gesta ed i caduti di battaglie che, talvolta, non si insegnano neanche più a scuola. Volendo, dunque, è possibile disegnare veri propri itinerari storici solo sulla base di questi appartati luoghi, destinati al culto della memoria e spesso inseriti in contesti naturali e paesaggistici di assoluto rilievo. Contrastanti, quindi, con la nostra quotidiana e frenetica vita contemporanea e, proprio per questo, ammantati di un particolare tipo di fascino. C’è chi potrebbe inseguire le gesta e le battaglie di Garibaldi lungo tutta la penisola (quale comune italiano non si vanta di aver ospitato almeno per un giorno l’Eroe dei due mondi?), chi invece passeggiare lungo i sentieri delle splendide Dolomiti e trovare così, oltre alle trincee, piccoli sacrari e cimiteri d’alta quota, chi risalire l’Italia lungo le decine di cimiteri del Commonwealth risalenti alla seconda guerra mondiale (molto ben tenuti e organizzati), o allo stesso modo lungo quelli tedeschi, americani o quelli del II° Corpo Polacco. Sono infatti tanti i cimiteri militari stranieri ospitati nel nostro paese, la quasi totalità risalenti alla seconda guerra mondiale, che vide eserciti provenienti da ogni angolo della Terra affrontarsi sanguinosamente lungo tutto l’italico stivale. Ma ve ne sono anche una decina di austro-ungarici ed uno inglese della Grande Guerra. I più grandi sono quello americano di Anzio-Nettuno e quello tedesco del passo della Futa. Molto numerosi (ben 37!) e presenti ovunque vi siano state importanti battaglie sono quelli del Commonwealth britannico (vi è addirittura un cimitero Gurkha a Rimini). Meritano senz’altro una visita quelli di Montecassino (FR): Commonwealth, tedesco, francese e polacco, tra i più toccanti per la vicinanza tra loro e la durezza dei combattimenti svoltisi.

Se si vuole però rimanere strettamente legati all’Italia, non si può prescindere dai nostri due maggiori sacrari militari, quello di Redipuglia (GO) dove riposano i caduti della prima guerra mondiale, e quello di Bari che ospita i resti di tutti i nostri caduti oltremare, oltre che dal monumento al Milite Ignoto di Roma. A Redipuglia, lungo le pendici del Monte Sei Busi, sono custoditi i resti di 100.000 caduti italiani sistemati in 22 gradoni di pietra del Carso nel 1938. L’effetto scenico è impressionante e solenne al tempo stesso, facendo di Redipuglia uno dei più grandi sacrari militari al mondo.

Il sacrario dei caduti d’oltremare di Bari è più contenuto in quanto a dimensioni, ospita i resti di oltre 70.000 italiani morti combattendo all’estero dal 1911 al 1945 ed è rivolto verso il mare. Fu realizzato nel 1967 su disegno dell’eroe di El Alamein (dove realizzò anche il celeberrimo sacrario di Quota 33) colonnello del genio Caccia Dominioni di Sillavengo.

Il monumento al milite ignoto si trova a Roma, presso l’Altare della Patria al Vittoriano, dove è stato inaugurato il 4 novembre 1921 nel corso di una toccante cerimonia.

Dai sacrari e dai cimiteri militari il discorso “turistico” può facilmente spostarsi alla visita ai tantissimi campi di battaglia sparsi per l’Italia: dall’antichità (Canne, Trasimeno, Allia, etc.), al medioevo (Montaperti, Legnano, etc.), all’epoca moderna (Pavia, Ravenna, Torino, etc), fino all’800 (Marengo, Solferino, Custoza, Roma, etc.) e ai giorni nostri (Dolomiti, Carso, Montecassino, la Linea Gotica, etc.), ma questo sarà l’argomento di un prossimo articolo.