Puglia d’inverno: due giorni alla scoperta del gusto, misteri e tradizioni

L’inverno è ancora lungo e freddo, quest’anno più che mai, soprattutto se viviamo nella pianura padana o sui rilievi, così per sfuggire alle intemperie vi proponiamo un breve itinerario, che potrebbe rivelarsi anche particolarmente mite se i venti di scirocco vi accompagnassero…

Siamo abituati a considerare la Puglia come una regione estiva e balneare, o come una regione agricola; in realtà è proprio in inverno che, lontano dal traffico estivo e dalle torride temperature, possiamo visitare una delle regioni italiane più suggestive.

Un itinerario in auto particolarmente interessante, sia culturalmente che gastronomicamente potrebbe iniziare da Castel del Monte, nelle Murge. Sorge su una collina che domina la piana tra Andria e Bari, fu voluto da Federico II e costruito tra il 1229 e il 1249, si erge imponente con la sua pianta ottagonale e nei giorni di bel tempo lo si può vedere da oltre 50 km di distanza.

Fu costruito in pietra calcarea, da qui il colore chiaro, mentre i portali furono realizzati con un calcestruzzo rossastro che crea ancora oggi un curioso contrasto cromatico; purtroppo gli interni sono spogli di arredi e dettagli, razziati negli anni di abbandono precedenti l’ultimo restauro, compiuto tra il 1975 e 1981. Non si conosce la reale destinazione d’uso del palazzo, si ipotizza fosse una palazzina di caccia, ma la simbologia e l’utilizzo dell’ottagono non sono ancora stati spiegati. Da qui si ammira una vista impareggiabile, si può approfittare del parco per una merenda e qualche foto, in lontananza possiamo già scorgere la prossima meta guardando a sud est: Bari.

Per raggiungere il capoluogo pugliese si percorre la statale 170 che attraversa immensi uliveti, alla fine dopo un breve tratto di tangenziale si entra in città: cercare un parcheggio a Bari non è facile, ma si può tentare nella zona del Lungomare di Crollalanza, facendo comunque attenzione anche qui alle segnaletiche! Ora si può proseguire a piedi per scoprire appieno il fascino della città, che è doppio. Si parla infatti di due città in una: quella vecchia e quella nuova. Bari vecchia, dopo anni di abbandono e grazie all’intervento sia privato che pubblico, si sta affermando come cuore turistico. Circondata dalle mura, è un groviglio di vicoli e vicoletti, dove si affacciano terrazzi e scale; da un lato si erge il castello Normanno-Svevo, all’estremo opposto il fortino di S. Antonio Abate e all’interno due capolavori, la Cattedrale e San Nicola, entrambe romaniche, la prima fu edificata in onore di San Sabino tra il XII e il XIII secolo, dove barocco e romanico coesistono, la seconda, il miglior esempio di architettura romanica pugliese, è dedicata al patrono della città. Le spoglie di San Nicola arrivarono qui dalla Licia, regione dell’attuale Turchia, scortate dai marinai, la vicenda del trafugamento non si conosce nel dettaglio, ma il Santo arrivò al porto nel 1087. Ancora oggi si festeggia l’8 maggio con un’animata e caratteristica  processione in mare, durante la quale la statua di San Nicola viene portata al largo da un motopeschereccio estratto a sorte ed accompagnato, attraverso la rada, da un festoso corteo di imbarcazioni.

Di giorno negozi di artigianato e di prodotti tipici colorano le strade, la sera invece aprono i numerosi locali e ristoranti, che hanno dato nuova vita alla città vecchia, tanto da poter parlare di “movida barese”.

Tra piazza Ferrarese e Piazza Mercantile è un susseguirsi di locali e ristoranti, i palazzi ristrutturati fanno da cornice ai resti della pavimentazione romana nella prima, nella seconda troviamo il Sedile, antica sede del Consiglio dei Nobili baresi e la colonna della giustizia, alla quale venivano legati i debitori fraudolenti.

Da qui si può imboccare il Corso Cavour, che entra nella città nuova,  ottocentesca, che incrocia, in un reticolo perfetto, viali ideali per lo shopping con negozi di alta moda e catene internazionali; a metà di questo viale sorge il teatro Petruzzelli, interamente restaurato dopo l’incendio che lo distrusse il 26 ottobre 1991. La stagione teatrale ha inaugurato ufficialmente il 4 ottobre 2009,  con l’esecuzione della Nona sinfonia di Ludwig Van Beethoven da parte dell’Orchestra della Provincia di Bari, diretta dal maestro Fabio Mastrangelo.

Anche se Bari offre una discreta scelta di hotel, per dormire nei dintorni ci sono varie soluzioni più caratteristiche come le Masserie. Proseguendo in direzione Rutigliano, lungo la statale 100, in direzione Taranto, e uscendo al bivio Rutigliano-Adelfia, in direzione Rutigliano, si procede ancora per 8km, si supera il pastificio Divella e si imbocca la stradina sterrata a destra, ancora poche centinaia di metri e si trova la Masseria Lama San Giorgio.

Un agriturismo in masseria, in stile rustico, ma curato nei dettagli, al piano terra il ristorante caldo e accogliente dove, solo su prenotazione, viene servito un menù tradizionale pugliese, a scelta del padrone di casa in base al raccolto del giorno. Si possono  assaggiare verdure cucinate in svariati modi: carciofi fritti, cime di rapa ripassate in padella, melanzane alla parmigiana; formaggi freschi e stagionati come ricotte scamorze fresche e affumicate; prelibatezze di carni arrosto, tutto accompagnato da vino Primitivo, preveniente dalle vigne che circondano il palazzo e olio extra vergine autoprodotto. Al piano nobile si trovano le camere, arredate in stile antico, con mobili d’epoca e buon gusto, base ideale per le escursioni che seguono. (www.lamasangiorgio.it)

Dalla masseria si parte presto, dopo colazione, verso Turi, si percorre la statale 172, detta dei Trulli, che collega Casamassima con Taranto passando per Putignano e la valle d’Itria, Alberobello e Locorotondo, una via suggestiva dove i pascoli e gli uliveti si alternano, qua e là, ai campi di mandorli. In inverno il verde dei pascoli regna sovrano in netto contrasto con i tronchi neri dei mandorli ed i boschetti di querce sparsi qua e là.

La nostra meta è Alberobello, la città dei trulli, arrivando di mattina, con un po’ di fortuna, il sole illumina i tetti di pietra calcarea e il paese è avvolto da un fascino particolare. Pochi i turisti d’inverno, rendendo ancora più suggestiva la visita a quella che anticamente era una città “abusiva”, fondata da Giangirolamo di Acquaviva nel 1635. Il conte di Conversano, detto anche Guercio di Puglia, voleva crearsi un feudo indipendente, così per non dover pagare nulla ai Borboni, fece costruire le case con questa strana forma, che richiama i ripari dei pastori, anche se più raffinati; infatti quando passava l’esattore per riscuotere le tasse per le nuove costruzioni, i contadini demolivano parte della casa per non dover pagare, essendo costruiti con muri a secco era facile smontare e poi ricostruire le abitazioni. L’intero centro storico è monumento nazionale e qui di trulli se ne contano più di 1000, sono stati dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. L’ideale per visitare il paese è vagare per le stradine e curiosare nelle casette, salire fino alla chiesa di S. Antonio e al Belvedere per avere una vista completa delle buffe cupole che si sviluppano su due colline. Sui tetti a cono si notano numerosi simboli, dipinti con calce bianca, la maggior parte di questi sono di origine religiosa cristiana, altri sono pagani come il gallo, la serpe, il ferro di cavallo, le corna di bue o di ariete e primitivi come circoli, triangoli, linee rette e curve; altri sono simboli magici, ecco un piccolo elenco di quelli che si possono riconoscere con più facilità.

Si prosegue ora alla volta della provincia di Brindisi, verso Locorotondo e Cisternino, lungo la strada provinciale 17 e si arriva ad Ostuni, detta la Bianca. La città si erge sulla collina, il bianco borgo medievale è interrotto nel suo candore solo dalle chiese barocche in pietra naturale, la vista è magnifica; le strade sono tutte strette e in salita, meglio quindi di lasciare l’auto nei parcheggi indicati e avventurarsi a piedi lungo i vicoli per ammirare scale e scalette, balconi e archi che puntano al cielo, quasi in un sfida alla gravità terrestre. D’inverno tranquilla e silente, Ostuni avvolge il visitatore col profumo delle focacce che proviene dai suoi numerosi forni; d’estate invece si anima di locali e ristoranti. In una parola: suggestiva! Sulla sommità della collina svetta la Cattedrale del 1495, la facciata tardo gotica è ingentilita da un rosone centrale, nella piazzetta omonima si fronteggiano i settecenteschi edifici del Palazzo Vescovile e del vecchio Seminario, collegati con vivo effetto pittorico dall’arco Scoppa.

Da qui si può scendere nei vicoli a est per godere di una vista impareggiabile sul mare e nei giorni più limpidi intravedere all’orizzonte perfino l’Albania. Nella piazza principale, che si trova più in basso, ecco il palazzo del comune, di epoca ottocentesca, che sorge su quel che resta del convento Francescano, infatti a lato ancora esiste la chiesa dei Francescani, aperta solo per le funzioni religiose, di fronte la “culonna”: l’obelisco di S.Oronzo del 1771.

Non si può non approfittare della gastronomia locale e assaggiare le focacce con olive, pomodori freschi o patate e cipolla, ottime al forno di via Cattedrale, proprio di fianco all’ufficio turistico, qui si trovano anche frise e taralli; per gustare invece le mozzarelle e le scamorze vi consigliamo il caseificio Masi, in  Via Mazzini 195/199, ma si può provare a scoprire altre botteghe.

Al termine di questa gita si può scegliere di cenare in uno dei tanti ristoranti ricavati nelle antiche abitazioni, non resta che l’imbarazzo della scelta.

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