Una Dali-rante lettura di Dante

Per alcuni mesi sono rimaste esposte al Museo Dinamico del Laterizio di Marsciano, presso Perugia, le 100 illustrazioni di Salvador Dalí per la Divina Commedia. Una scelta coraggiosa, e dispendiosa, per un piccolo Comune fuori mano, tanto più in un momento di carenza di risorse per la cultura come questo.

dantedali1Il successo di pubblico ha ripagato l’impegno profuso dall’Amministrazione del paesino umbro. Tra l’altro, alla mostra era abbinato un catalogo di altissima qualità, graficamente migliore di una precedente versione pubblicata anni fa da un editore bolognese. Eventuali informazioni possono essere richieste all’associazione Sistema Museo dell’Umbria, che ha curato l’evento.

L’opera fu commissionata a Dalí nientemeno che dal Governo italiano in vista delle celebrazioni del 1965 per l’ottavo centenario di nascita di Dante. In quell’anno, ovviamente, non sono mancate prestigiose iniziative in onore del Sommo Poeta, ad esempio una magnifica Divina Commedia in 6 volumi edita da Fabbri, con riproduzioni dei migliori codici miniati e dei dipinti tra Medioevo e Rinascimento.

dantedali2La commissione arrivò a Dalí molto in anticipo, fin dall’inizio degli anni ’50; tuttavia la pubblicazione avvenne in ritardo rispetto al 1965. Come mai? Anzitutto, il pittore catalano impiegò molto tempo a realizzare gli acquerelli da cui dovevano essere tratte le incisioni, addentrandovisi fin nella seconda metà degli anni ’50. Di per sé, di tempo ne restava a sufficienza; tuttavia a occupare gran parte degli anni ’60 fu la procedura di trasferimento degli originali sulle lastre di incisione. Il fatto è che si trattava di acquarelli, molto difficili da “rendere” con quella tecnica di stampa; l’incisore, da parte sua, desiderava realizzare un prodotto il più perfetto possibile, arrivando quindi ad approntare mille lastre (in media, 10 per disegno).

Il risultato finale, per quanto ritardatario, è stupefacente: le illustrazioni incise possiedono tutta la leggerezza, la fluidità e la ricchezza di sfumature degli acquarelli. Tra parentesi, in questi disegni prodotti a rapidi tocchi, sfruttando lo “scivolo” dell’acqua, Dalí diede spesso il meglio di sé, diversamente dai grandi quadri a olio dove tendeva a esasperare la rifinitura e la quantità dei dettagli, con effetti a volte stucchevoli.

dantedali3Unico problema: le incisioni sono 100, come i canti della Commedia dantesca, quindi a ogni disegno dovrebbe corrispondere un canto del poema… ma quale? Se si confrontano i due cataloghi esistenti, nonché vari siti Internet che espongono le opere di Dalí, si scoprirà che per ogni illustrazione sono state proposte chiavi di lettura completamente diverse, stante l’ambiguità surrealista delle opere. Quel personaggio è un barattiere… o il gigante Nembrotte? Eccetera.

A suo tempo qualcuno provò a chiedere lumi al pittore stesso, e lui rispose: “Non mi ricordo”.

Insomma, la Divina Commedia di Salvador Dalí è come la Bibbia secondo un detto rabbinico: “Un magnifico palazzo, di cui si sono perse le chiavi”.