Pizze di Pasqua e Co.

Durante la Quaresima e la Pasqua in tutta Italia si preparano dolci tipici, alcuni di essi celebrati attraverso vere e proprie sagre.

Pagnotta di Pasqua
Pagnotta di Pasqua

In Romagna è famosa la pagnotta di Sarsina, detta anche pagnotta pasquale, una ricetta che nasce dalla tradizione contadina: in campagna si era soliti gustarla insieme all’uovo benedetto nella mattina della festività. La sagra correlata quest’anno si è svolta il 10 e 17 aprile, proprio nel centro storico di Sarsina (FC), il paese che ha dato i natali al commediografo latino Tito Maccio Pluto nel 250 a.C. Con i tanti stand gastronomici dove gustare o acquistare la pagnotta, ideale anche per la gita fuori porta del lunedì di Pasquetta, c’erano anche diverse occasioni di divertimento e varie specialità gastronomiche romagnole inerenti il periodo della Pasqua.

Nel centro Italia è molto diffusa la tradizionale e gustosa colazione pasquale, in cui non devono mancare le uova sode, il salame e il vino novello, il tutto accompagnato da una pizza rustica che varia da regione a regione. In particolare in Abruzzo troviamo, insieme ai tipici calzoni al forno ripieni di formaggio di pecora, il fiadone, una torta rustica, di origini rinascimentali, costituita da un involucro di pasta sottile che contiene un ripieno di formaggi, ricotta e uova. Nel Lazio ci piace far conoscere la pizza di Pasqua di Civitavecchia, aromatizzata con l’anice. Sia nelle Marche che in Umbria per la colazione pasquale si prepara la pizza al formaggio e la ciaramicola, ciambella guarnita con alkermes, che le dà il tradizionale colore rosa, glassata con albume e decorata con confetti colorati.

In Basilicata si usa la scarcedda, dolce ripieno di uova sode, dove l’uovo, rappresenta la fortuna, che è proporzionata alla misura del pezzo che la persona riceve nel dolce, a Tramutola, in provincia d Potenza, c’è addirittura la sagra di questo dolce della tradizione, che si trova anche in Manduria e nella Campania del sud (http://www.prolocotramutola.it).

cuzzupa
Cuzzuopa

In Calabria, invece, c’è la cuzzupa, una pagnotta dolce: “Alleluja, allelujia pijja a cuzzupa e fujia” che significa: “alleluia alleluia prendi la cuzzupa e scappa”. Secondo la tradizione calabrese si prepara una cuzzupa per ogni membro della famiglia e la dimensione cresce con l’aumentare dell’età, quindi la più grande per papà, poi mamma e via via per i figli. Anche il numero delle uova ha un significato ben preciso, in alcuni casi infatti secondo la tradizione la suocera la regala al genero e se mette 7 uova vuol dire che dal fidanzamento si è prossimi al matrimonio, se invece ne mette 9 la promessa di fidanzamento era rinnovata, ovvero “Cu’ nova rinnova, cu’ setta s’assetta” cioè “con 9 (uova) si rinnova con 7 ci si siede”, siede sta per accasarsi cioè sposarsi! A Crotone, il 10 aprile si è svolta anche la sagra di questo dolce dove sono state presentate le varianti locali.

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Scarcella

In Puglia si può assaggiare la scarcella, un fazzolettino di pasta sfoglia, con un uovo intero nel mezzo, cosparso di zucchero e confettini colorati. Esistono due tipi di scarcella: quella semplice e quella che una volta era destinata ai bambini più ricchi, che è la variante che oggi si trova in commercio. In tutta la Puglia si svolgono feste e piccole sagre nel periodo pasquale, dove questo dolce viene proposto in tutte le sue varianti.

In Campania, incontriamo la famosissima pastiera, che è una torta di pasta frolla farcita con un impasto di ricotta, uova e grano bollito nel latte; si prepara di solito il giovedì o il venerdì santo. La versione classica è aromatizzata con cannella e acqua di fiori d’arancio, mentre alcune versioni moderne provano nuovi accostamenti di gusti a volte azzardati. L’origine della Pastiera risale ai culti pagani, quando la si preparava per celebrare l’arrivo della primavera; nel tempo è diventata una consuetudine prepararla per Pasqua, anche se si trova facilmente tutto l’anno. Il nome Pastiera sembrerebbe derivare dall’abitudine, che avevano le massaie di un tempo, di utilizzare al posto del grano cotto la pasta cotta; ancora oggi qualcuno prepara la pastiera utilizzando paste del tipo spaghetti o capellini.

casatiello
Casatiello

Sempre in Campania troviamo il casatiello: è una focaccia tipica napoletana, tradizionalmente preparata per la scampagnata di Pasquetta, all’interno vi sono salame, formaggio a cubetti e uova, che lo rendono un piatto unico ideale per la gita fuori porta.

Ancora in Campania troviamo il tortano, che ha gli stessi ingredienti del casatiello, la differenza è che nel tortano le uova sode sono fatte a pezzetti e messe nell’impasto, mentre nel casatiello si lasciano intere e si mettono sopra.

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Torta pasqualina

In Liguria si può gustare la torta pasqualina, simbolo della cucina ligure, ripiena di verdura, uova e parmigiano, racchiuse da molteplici e sottilissime sfoglie di pasta. Questa torta salata si prepara, nella sua versione tradizionale, con le bietole, proprio perché queste in campagna erano in pieno germoglio e tutti potevano permettersi di acquistarne in quantità. La tradizione vorrebbe che i fogli di pasta che compongono la torta pasqualina fossero esattamente 33, in ricordo degli anni di Gesù, anche se nella pratica non si fa quasi più.

Tipici del Friuli Venezia Giulia sono invece le titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso, il pan de fighi, strudel ripieno con fichi secchi tritati, mandorle o nocciole e la pinza pasquale, tradizionale ricetta della cultura contadina giuliana, che oggi è molto difficile da ritrovare comunemente in commercio.

Sicuramente avremo tralasciato qualche dolce o qualche piatto salato, l’Italia è così grande e ha un un’incredibile varietà di piatti tipici, ma è divertente provare a fare questo viaggio immaginario tra dolci e pizze pasquali su e giù per lo stivale!