Alla ricerca di un mondo incantato: Petra e la Giordania

Punto d’unione tra le civiltà del Mediterraneo antico e dell’Arabia, Petra fu il luogo di tutti i sogni e di tutte le conquiste ieri come oggi. Dopo Jerash, una delle più interessanti città romane del Medio Oriente, Amman e la depressione del Mar Morto, il viaggio in Giordania si snoda lungo un assolato itinerario che dal confine siriano conduce ad Aqaba sul Mar Rosso: un crocevia tra Israele, Egitto e Arabia Saudita.

Un viaggio nel quale echeggiano i nomi di scrittori esploratori avventurieri come lo svizzero Johann Ludwig Burckhart che, nel 1812, travestito da studioso musulmano, col pretesto di andare a fare un sacrificio sulla tomba di Aronne, rivelò al mondo la favolosa città nabatea.

La maggior attrattiva turistica della Giordania è un insieme vastissimo di tombe e templi scavati nella roccia di cui il Tesoro, risalente al I secolo, non è altro che l’immagine più nota che si scorge al termine di un cammino che richiama, in modo fin troppo facile, un mito dell’universo collettivo qual è Indiana Jones. E proprio come un novello Indiana Jones il viaggiatore trova il suo Graal nel momento in cui il siq, la lunga fenditura nella roccia percorsa, dato il via vai dei turisti, non certo in religioso silenzio, disvela, con una maestria da far impallidire Alfred Hitchcock il Tesoro. La facciata del tempio dai toni rosati è il degno biglietto da visita della città nabatea che, tra il III secolo a.C. e il I. d.C. divenne il centro di un vasto impero commerciale i cui traffici si estendevano dalla penisola arabica al Mediterraneo. All’annessione romana del 106 seguirono la diffusione del cristianesimo, dell’islam e l’arrivo dei crociati prima dell’oblio durato fino all’Ottocento.

Un viaggio in Giordania è però anche un cammino all’ombra di Lawrence d’Arabia il cui nome echeggia un po’ ovunque, dall’hotel Baron di Aleppo alle rosse sabbie del Wadi Rum ad Aqaba e Damasco. Le immense rocce color ocra fanno da cornice e le particolari formazioni rocciose contribuiscono non poco a disegnare un paesaggio desertico non privo di fascino che una veloce visita turistica non può certo far comprendere a fondo a meno di optare per una visita a dorso di dromedario che, in alcuni giorni, permette di assaporare la vita dei beduini e le difficoltà presenti, ancor oggi, per muoversi nel deserto e godere di tutta la bellezza del deserto del Wadi Rum.